
Essa tende ad un rinnovamento radicale, a sovvertire la tradizione culturale esistente, qualunque essa sia. Perché? Perché il Soggetto è chiamato dall’analista a diventare creatore del proprio destino, a conoscere ed attribuire un senso a ciò che accade dentro e fuori di lui e a farsene carico, dando vita così a qualcosa di inevitabilmente nuovo. Come? Attraverso l'attività della mediazione simbolica, un'opera di continua tessitura sul telaio della vita umana, che si muove tra passato e futuro, inconscio e coscienza, interiorità e relazioni, materia e spirito, Logos ed Eros.
Un vero artista rimane quasi sempre incompreso nel suo tempo, ed il valore delle sue creazioni viene riconosciuto solo successivamente, alla luce di un cambiamento della società e della cultura che gettano finalmente luce sui significati simbolici contenuti nelle sue opere, e rimasti fino a quel momento oscuri, anche a lui stesso. In certi momenti della storia umana i paradigmi esistenti nella società, nella cultura, nella mitologia, nella scienza, nell’arte e nella religione vengono completamente ribaltati. Alcuni esseri umani particolarmente geniali e coraggiosi si trovano ad incarnare un particolare momento evolutivo del cambiamento, consentendo al pensiero umano un salto di livello da cui non si torna più indietro. La collettività, tipicamente, arriva a raggiungere e ad assumere in sé quel livello solo più tardi. Alcuni esempi di questi uomini e donne, mitici o storici: Adamo, Eva, Prometeo, Antigone, Socrate, Platone, Gesù, Giovanni l’Evangelista, Maria di Magdala, Leonardo, Michelangelo, Copernico, W. Shakespeare, J. Austin, G. Galilei, C. Darwin, W. A. Mozart, A. Einstein, M. K. Gandhi, V. Van Gogh, N. Tesla, J. Joyce, F. Nietzsche, W. Heisenberg, S. Freud, C. G. Jung, S. Montefoschi. Il pensiero che attraversa questi esseri umani non è però un fulmine a ciel sereno. Essi hanno infatti creato qualcosa di nuovo appoggiandosi ad un’evoluzione della coscienza portata avanti - salvo periodiche involuzioni - da ogni singolo essere umano. Da questo punto di vista, il destino di ogni uomo sembra essere proprio quello di sviluppare e trasformare una quota di libido/energia/pensiero/amore che gli è stata "affidata", per portarla ad un livello evolutivo superiore.
La rinuncia a questo compito creativo soggettivo, l’appiattimento sull’esistente, la conservazione, l’entropia, portano dritti alla sofferenza, alla perversione, alla malattia, all'infelicità, alle peggiori tragedie. L’evoluzione della coscienza, e la psicoanalisi che l’ha portata ad un nuovo livello riflessivo, hanno bisogno di energia per mantenere una rotta evolutiva e compiere salti: questa direzione è assolutamente anti-entropica. Ogni Soggetto è chiamato a fare qualcosa di suo, quindi di nuovo, ed è la risposta positiva a questa chiamata ad essere necessariamente, strutturalmente sovversiva per lo status quo. La psicoanalisi chiama il Soggetto ad uscire dalla tomba della passività, getta luce sull’inconscio, spezza le catene della ripetizione. È in questo senso che Jung ha parlato di "processo di individuazione"; è in questo senso che “ogni uomo deve fare della propria vita un’opera d’arte". Martin Buber ha scritto: Nel mondo futuro non mi si chiederà: “Perché non sei stato Mosè?”, bensì: “Perché non sei stato te stesso?”. Citando Walt Whitman attraverso il professor Keating de L’Attimo fuggente: "Che vi è di nuovo in tutto questo, oh me, oh vita! Risposta: Che tu sei qui, che la vita esiste e l’identità, che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuire con un verso."