Il senso dei sintomi

Gli esseri umani nascono inconsci. Inconscio è gran parte del nostro funzionamento corporeo, i cento miliardi di neuroni nel nostro cervello; inconsci sono i nostri nuclei affettivi profondi, che si organizzano nella nostra mente fin da quando, piccole creature, non sappiamo ancora parlare né pensare; inconsce sono le emozioni connesse ai traumi precoci, piccoli e grandi, puntuali o cumulativi, che abbiamo incontrato sulla nostra strada; a volte inconsci diventano i traumi stessi; inconsci sono i nostri comportamenti automatici, le cose che vanno sempre nel verso sbagliato in modi sempre diversi ma in fondo simili; inconsce sono molte delle motivazioni che guidano il modo in cui impostiamo le relazioni, le scelte dei partners, degli amici, del percorso di studi, del lavoro; inconsci sono i piccoli adattamenti ai voleri degli altri, quelli per cui alla fine ci scopriamo aver tradito la nostra autenticità sull’altare di un bisogno ancora inaccessibile alla coscienza.

L'inconscio non è di per sé un nemico: è energia psichica, una parte di noi che chiede di essere avvicinata, scoperta, conosciuta, sviluppata e integrata. A volte rimane però inascoltata, e non trova altri modi di esprimersi che attraverso i sintomi: i sintomi sono fastidiosi, dolorosi segnali che qualcosa non sta andando nel verso giusto. In analisi si arriva quasi sempre con dei sintomi, i più svariati: stati di ansia, attacchi di panico, paure, fobie, scatti d’ira, invidia, bisogno di tagliarsi la pelle per sentirsi e provare sollievo, insoddisfazione generale, stati depressivi, apatia, pensieri ossessivi, rituali compulsivi, pulsioni perverse, disfunzioni sessuali, relazioni affettive che non funzionano come vorremmo, pensieri intrusivi, comportamenti autolesivi, somatizzazioni, disturbi alimentari, disturbi del sonno, abusi di sostanze, allucinazioni, deliri, e tanti altri. I sintomi ci disturbano, a volte ci rendono la vita impossibile, ma sono segnali preziosi e ricchi di senso. Essi ci interrogano, ci indicano la strada per capire cosa non sta funzionando dentro di noi. Non bisogna assolutamente vergognarsene. La cosa più costruttiva da fare è chiedere un aiuto competente per capire cosa sta succedendo.

Con l’analisi abbiamo la possibilità di dare un senso dei sintomi, di illuminare parti dell’inconscio, di sbrogliare grovigli. La relazione con l’analista è una relazione nuova, mai vissuta in precedenza: essa rende possibile il raccontarci per come siamo, il metterci di fronte alle nostre parti oscure, sofferenti, arrabbiate, ferite, senza temere il rifiuto, il giudizio, l’abbandono; rende possibile il comprenderci meglio scoprendo parti inesplorate di noi per accettarle e contenerle; rende possibile il fare pace con noi stessi, il creare uno spazio di riflessione che ci recupera progressivamente alla nostra autenticità e libertà, che ci aiuta a superare modalità disfunzionali di metterci in relazione con noi stessi e con gli altri; e tutto questo per conquistare infine una nuova posizione: non più di esseri umani reattivi, passivi, incastrati in modi e ruoli rigidi e ripetitivi, ma di Soggetti liberi, riflessivi, attivi, creativi, protagonisti dell'esistenza.

"Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita, e tu lo chiamerai destino.” (Carl Gustav Jung)

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